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Immagine del redattoreMassimo

Enna: La città di Cerere

Aggiornamento: 28 mar 2022


Vi è un nominato prato in alto pianeggiante ricco di fiori cosi profumati da far perdere le tracce ai cani da caccia, e ricco di acque; all'intoro elevato e da ogni parte scosceso per i precipizi; sembra che stia nel mezzo di tutta l' isola, e perciò da alcuni è chiamato l'ombelico della Sicilia.

Cosi recitavano alcuni brani storico-letterari di Diodoro siculo.

Purtroppo oggi rimane poco di quei versi che Diodoro mansionava nei suoi racconti

A soli 149km da Taormina su un altipiano posto a 931 m (s.l.m.) sorge Enna, nota per essere il capoluogo di provincia più alto d’Italia. Qui siamo al centro della Sicilia. La città è stata definita Urbs Inexpugnabilis, dai romani per la sua imprendibilità. Roccaforte dei Sicani, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi e Aragonesi.

La posizione strategica consentiva di avere una visuale molto ampia del territorio circostante. Di questa presenza rimane testimonianza nella la rocca di Cerere, un'escrescenza rocciosa su cui sorgeva il santuario di Demetra. Il monte ennese, benché isolato, offre 5 sorgenti d'acqua: una è stata inglobata nella Villa Farina, un'altra sgorga dalla viva roccia tra le scalette di via Canalicchio. Sgorga acqua dalla roccia anche nella parete meridionale del Castello di Lombardia. Quest'abbondanza di sorgenti aiutò Enna a resistere ai lunghi assedi tesi al tempo dei Romani e degli Arabi.

La città è piena di chiese e sono presenti pittoresche scalinate tra gli stretti vicoli di matrice araba che scendono, tortuose, dal centro ai rioni più bassi.

In uno dei più trafficati quartieri della città si trovano, la Torre e la Villa di Federico II, la Chiesa Santa Maria di Gesù in Monte Salvo con l'obelisco che indica il centro geografico della Sicilia.

Sull’altopiano di Enna vi è un piccolo altopiano dove sorge il Castello di Lombardia e una dei castelli più importanti dell’intera Sicilia e anche ben conservato. La roccaforte imponente inizialmente venne costruita dai Sicani, passando poi di mano in mano alle varie dominazioni. Durante la dominazione Sveva venne ristrutturato inserendo ben 20 torri, facendo si che divenisse una monumentale fortezza. Successivamente dimora di Federico III D’Aragona. Qui si riunì parecchie volte il parlamento siciliano. Oggi rimangono solo 6 torri delle 20. La più importante e quella pisana adornata con merlatura.


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